“Lascia partire il mio popolo,
perché mi celebri una festa nel deserto” (Es 5,1)
Il Maestro non c’è più, dopo una intensa esperienza che era durata tre anni, anni di incontri, di insegnamenti, di segni, la piccola comunità dei discepoli sente il vuoto e la solitudine.
Il ricordo condiviso di quella esperienza, la ricostruzione di quanto accaduto, le parole di Gesù e i suoi insegnamenti risuonano nel piccolo gruppo.
Aiutati dalla presenza di Maria, la madre di Gesù, nella passione del Cristo si coglie il compimento delle Scritture: la storia, quella dei patriarchi, una storia di promesse e di alleanze, si è compiuta.
Cristo è l’amen di Dio.
I racconti diventano celebrazione, memoriale,festa:”Tutte le promesse di Dio in lui sono ‘si’(2Cor 1,20), così dice Paolo,parlando di Gesù Cristo ai cristiani di Corinto.
Anche noi, come le prime comunità di cristiani, in queste giornate centrali per la nostra fede, ci mettiamo in ascolto delle Scritture e ripensiamo ai momenti più significativi dei racconti della passione, morte e risurrezione del nostro Maestro.
La passione e la sofferenza, la croce, la veste, l’abbandono, la cura,l’olio profumato e la sepoltura, il valore del corpo.
Ecco, il mio servo avrà successo,
sarà onorato, esaltato e innalzato grandemente.
Come molti si stupirono di lui
– tanto era sfigurato per essere d’uomo il suo aspetto
e diversa la sua forma da quella dei figli dell’uomo –,
così si meraviglieranno di lui molte nazioni;
i re davanti a lui si chiuderanno la bocca,
poiché vedranno un fatto mai a essi raccontato
e comprenderanno ciò che mai avevano udito.
Chi avrebbe creduto al nostro annuncio?
A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore?
È cresciuto come un virgulto davanti a lui
e come una radice in terra arida.
Non ha apparenza né bellezza
per attirare i nostri sguardi,
non splendore per poterci piacere.
Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si copre la faccia;
era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.
Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori;
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato.
Egli è stato trafitto per le nostre colpe,
schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
ognuno di noi seguiva la sua strada;
il Signore fece ricadere su di lui
l’iniquità di noi tutti.
Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la sua bocca;
era come agnello condotto al macello,
come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non aprì la sua bocca.
Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo;
chi si affligge per la sua posterità?
Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi,
per la colpa del mio popolo fu percosso a morte.
Gli si diede sepoltura con gli empi,
con il ricco fu il suo tumulo,
sebbene non avesse commesso violenza
né vi fosse inganno nella sua bocca.
Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione,
vedrà una discendenza, vivrà a lungo,
si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce
e si sazierà della sua conoscenza;
il giusto mio servo giustificherà molti,
egli si addosserà le loro iniquità.
Perciò io gli darò in premio le moltitudini,
dei potenti egli farà bottino,
perché ha spogliato se stesso fino alla morte
ed è stato annoverato fra gli empi,
mentre egli portava il peccato di molti
e intercedeva per i colpevoli.
Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.
In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso;
difendimi per la tua giustizia.
Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele.
Sono il rifiuto dei miei nemici
e persino dei miei vicini,
il terrore dei miei conoscenti;
chi mi vede per strada mi sfugge.
Sono come un morto, lontano dal cuore;
sono come un coccio da gettare.
Ma io confido in te, Signore;
dico: «Tu sei il mio Dio,
i miei giorni sono nelle tue mani».
Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori.
Sul tuo servo fa’ splendere il tuo volto,
salvami per la tua misericordia.
Siate forti, rendete saldo il vostro cuore,
voi tutti che sperate nel Signore.
Dalla lettera agli Ebrei
(Eb 4, 14-16; 5, 7-9)
Fratelli, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato.
Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno.
[ Cristo, infatti, ] nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono.
Canto al Vangelo Cf Fil 2, 8-9
Gloria e lode a te, Cristo Signore!
Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome.
Gloria e lode a te, Cristo Signore!
Passione di Gesù Cristo dal vangelo di Giovanni
(Gv 18, 1-19, 42)
http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20200410.shtml
§ Possiamo chiedere ai ragazzi di costruire una croce di legno di piccole- medie dimensioni con le proprie mani, utile per il momento di preghiera che segue
§ Su una tavola spoglia si depone una croce ,dei fazzoletti bianchi e olio profumato (che ricorda la sepoltura di Gesù)
§ Si può fare la liturgia della Parola prevista (vedi i testi sopra)
Con un po’ di olio profumato ciascuno unge uno dei fazzoletti bianchi, essi rappresentano le bende della sepoltura di Gesù
Si appoggiano le mani sulla croce. Uno dei presenti legge questa preghiera:
Ti consegniamo Signore Gesù la nostra vita,
la vita dei nostri cari e dei nostri amici, la vita dei popoli.
Dona il tuo Spirito perché siamo capaci di compassione.
Donaci di rinascere e seguire Te nella via del servizio.
Si tiene con se il fazzoletto bianco simbolo della veste di Gesù che ci è data per custodire il suo dono.
[Foto Aaron Burden]
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