“Sono leali”
“Eppure il vento soffia ancora
spruzza l’acqua alle navi sulla prora
e sussurra canzoni tra le foglie
e bacia i fiori, li bacia e non li coglie“
Questo documento nasce dall’esigenza dei Capi di AGESCI Sardegna, per capire meglio quelle che sono le direttive che ci sono date dal DPCM del 17/05/2020. In particolare ci riferiamo al suo allegato n°8 dal titolo “Linee guida per i centri estivi e le attività ludico ricreative/Linee guida per la gestione in sicurezza di opportunità organizzate di socialità e gioco per bambini ed adolescenti nella fase 2 dell’emergenza COVID-19”. A questo, aggiungiamo il documento che ci ha consegnato l’AGESCI Nazionale denominato “Zaini in spalla” (aggiornato il 16 giugno 2020) che ci dà delle indicazione tecniche sulla ripresa delle attività. Gli aggiornamenti sul tema sono disponibili anche nell‘HelpDesk AGESCI dedicato alla Fase 2.
Il documento è stato preparato dalla “Pattuglia Muflone” nata nel mese di maggio 2020, e formata oltre che dai Responsabili Regionali, da alcuni Capi di AGESCI Sardegna che si occupano di sanità, sicurezza nei luoghi di lavoro, assistenza legale e comunicazione.
Questo materiale vuole dare un supporto alle Comunità Capi per l’eventuale ripresa o meno delle attività. Nel documento non troverete riposte a domande del tipo “Posso fare le vacanze di branco? E il campo estivo? E la route?” ma ci saranno alcune riflessioni che metteranno i Capi in condizione di confrontarsi all’interno delle proprie Comunità per decidere quale sia la soluzione migliore per il bene dei ragazzi e delle ragazze.
Ricorderemo i mesi da marzo a giugno 2020 come quelli più “strani” rispetto alle normali attività che solitamente portiamo avanti (diciamolo, anche con una certa routine). Siamo stati sicuramente molto bravi a rivedere il metodo della varie branche ed adattarlo a questa situazione di emergenza. Piattaforme come Zoom, Skype o Google Meet, sono diventate le nuove stanze dove incontrare i nostri ragazzi e ragazze.
Dopo una prima fase di imbarazzo generale, ci siamo sentiti “a nostro agio” e abbiamo cercato di fare del nostro meglio per portare avanti buona parte di quello che ci eravamo prefissati nei nostri programmi di unità e di gruppo. Abbiamo pregato, abbiamo giocato e ci siamo confrontanti insieme a loro.
Ora però, è tempo di ragionare e capire se possiamo riprendere in maniera graduale, le nostre attività. La data che ci è stata consegnata dalle linee guida del Ministero, è quella del 15 Giugno 2020.
Ci sono diversi “paletti” che ci vengono imposti e non possiamo pensare (almeno per il momento) di ricominciare con le stesse modalità che abbiamo lasciato nella prima settimana di marzo 2020. Allo stesso tempo, i campi e le eventuali attività estive dovranno avere un cambiamento importante in alcune parti.
Per prima cosa, è utile capire in Comunità Capi quali siano le nostre proposte e valutare assieme se abbiamo intenzione di riprendere o meno le attività. In entrambi i casi ci vorrà comunque senso di responsabilità e vivere le situazioni con estrema serenità. Una volta presa la decisione, qualunque essa sia, non dimentichiamoci di confrontarci con le famiglie: la corresponsabilità non è mai stata fondamentale come in questo momento. Abbiamo, ora più che mai, bisogno di sentirci supportati dai genitori dei nostri ragazzi e ragazze e ragionare insieme a loro del bene dei loro figli.
Aspettiamoci qualcuno che ci dica di non essere d’accordo con le nostre scelte o, al contrario, quelli che ci daranno piena disponibilità a supportare tutto ciò che vorremmo fare, tenendo in considerazione tutte le condizioni di sicurezza del caso. Ribadiamo ancora una volta di vivere questi momenti con piena serenità e consapevolezza del nostro ruolo. Ricordiamoci sempre che i genitori ci affidano la cosa più preziosa che hanno, ovvero i loro figli.
Una volta che abbiamo avuto anche il supporto delle famiglie, nel caso decidessimo di ripartire, vi consegniamo questo documento che potrebbe aiutarvi a capire come strutturare le eventuali proposte.
La malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) è causata da SARS-CoV-2, un coronavirus riconosciuto per la prima volta a Wuhan, in Cina, a dicembre 2019 ed in seguito diffusosi a tutto il mondo con le caratteristiche di un pandemia.
Il periodo di incubazione per COVID-19, che è il tempo che intercorre tra l’esposizione al virus (infezione) e l’insorgenza dei sintomi, è in media 5-6 giorni, ma può durare fino a 14 giorni. Durante questo periodo alcune persone infette possono essere contagiose.
Alcune persone, pur essendo state infettate dal virus SARS-CoV-2, non svilupperanno i sintomi e verranno definite asintomatiche.
Un caso sintomatico di COVID-19 è invece una persona che ha sviluppato segni e sintomi suggestivi di COVID-19. La maggior parte delle persone manifesta febbre (83-99%), tosse (59–82%), affaticamento (44–70%), perdita di appetito (40–84%), respiro corto (31–40%), dolori muscolari (11–35 %). Sono stati segnalati anche altri sintomi non specifici, come mal di gola, congestione nasale, mal di testa, diarrea, nausea e vomito. Sono stati segnalati anche perdita dell’olfatto (anosmia) o perdita del gusto (ageusia), che precedono l’insorgenza dei sintomi respiratori, e confusione mentale (soprattutto negli anziani)
Di quelli che sviluppano la malattia, la maggior parte sviluppa solo una malattia lieve-moderata (80%), circa il 15% sviluppa una malattia grave che richiede il supporto dell’ossigeno e il 5% ha una malattia critica che richiede spesso il ricovero in terapia intensiva.
L’età avanzata, il fumo e le malattie croniche come diabete, ipertensione, malattie cardiache, malattie polmonari e tumori predispongono a sviluppare forme di malattia più gravi.
I bambini tendono generalmente a sviluppare forme di malattia più lievi rispetto agli adulti e anziani.
Consigli pratici
Modalità di diffusione
La trasmissione del virus SARS-CoV-2 avviene principalmente da persone sintomatiche (ma, come accennato prima, può avvenire anche da persone asintomatiche) ad altri attraverso il contatto ravvicinato (< di 1metro) tramite le goccioline respiratorie (droplets, emesse tossendo, starnutendo o semplicemente parlando), il contatto diretto con persone infette o il contatto con oggetti e superfici contaminati da fluidi biologici umani (feci, sputo, siero) Gli studi clinici e virologici dimostrano che lo spargimento di SARS-CoV-2 è più alto nel tratto respiratorio superiore (naso e gola) (1), ma non si può escludere la trasmissione anche attraverso le feci. Da queste considerazioni, emergono dei concetti chiave:
Il virus entra da OCCHI-NASO-BOCCA (T-zone) —> FACCIA
Consigli pratici
Mascherine
Le mascherine chirurgiche, sono le mascherine a uso medico, funzionano impedendo la trasmissione. Sono monouso.
Le mascherine di comunità hanno lo scopo di ridurre la circolazione del virus nella vita quotidiana. Devono essere realizzate in materiale multistrato, traspirante e aderire al viso senza rendere difficoltosa la respirazione. Sono una misura igienica utile a ridurre la diffusione del virus SARS-COV-2. Sono monouso o sono lavabili se sulla confezione si riportano indicazioni che possono includere anche il numero di lavaggi consentito.
L’utilizzo delle mascherine di comunità si aggiunge alle altre misure di protezione finalizzate alla riduzione del contagio (come il distanziamento fisico e l’igiene costante e accurata delle mani) che restano invariate e prioritarie.
DPI per le vie respiratorie
Questi tipi di mascherine sono quelle indicate come Facciali Filtranti, FFP2 a media efficienza (il 92% dell’aria viene filtrata ) e FFP3 ad alta efficienza (l’aria viene filtrata per il 98%).
Nel caso sia presente una valvola, l’efficienza filtrante dell’aria espirata è ridotta a circa il 20% quindi il dispositivo rimane utile per proteggere me dal contagio, ma non protegge le altre persone con cui dovessi venire in contatto.
L’uso di queste mascherine è indicato solo per operatori sanitari in particolari condizioni.
Consigli pratici
Come devo mettere e togliere la mascherina?
Prima di indossare la mascherina
Durante l’uso
Quando si rimuove
Cambiare la mascherina se si sporca o diventa umida.
Gettare la mascherina in un contenitore chiuso (rifiuti indifferenziati, sempre posti prima dentro almeno due sacchetti, uno dentro l’altro).
Nel caso di mascherine riutilizzabili, seguire le istruzioni del produttore per i lavaggi.
Guanti
Generalmente in lattice o nitrile.
L’utilizzo dei guanti non è indispensabile; richiede attenzione e corrette modalità per essere indossati e rimossi.
Si possono utilizzare solamente in aggiunta alle altre misure di protezione finalizzate alla riduzione del contagio, che restano prioritarie (distanziamento fisico, mascherina e l’igiene costante e accurata delle mani).
L’uso dei guanti “usa e getta” resta comunque raccomandato nelle attività di acquisto, particolarmente per l’acquisto di alimenti e bevande.
Consigli pratici
Possono essere veicolo di contagio quindi sono rigorosamente monouso;
E’ possibile l’utilizzo del gel idroalcolico anche con i guanti indossati;
Vanno ricambiati ogni volta che si sporcano ed eliminati correttamente nei rifiuti indifferenziati;
Come le mani, non devono venire a contatto con bocca naso e occhi:
Prima di indossarli lavare le mani con acqua e sapone per almeno 40-60 secondi o eseguire l’igiene delle mani con soluzione alcolica per almeno 20-30 secondi ;
Vanno tolti evitando il contatto tra la pelle e la parte esterna del guanto utilizzato.
La Sanificazione è un “complesso di procedimenti e operazioni” di pulizia e/o disinfezione, comprende il mantenimento della buona qualità dell’aria anche con il ricambio d’aria in tutti gli ambienti.
Pulizia
Le operazioni di pulizia da svolgere frequentemente (almeno una volta al giorno) riguardano le superfici e i materiali più toccati. Esempi di queste superfici sono maniglie e barre delle porte, delle finestre, sedie e braccioli, tavoli, interruttori della luce, corrimano, rubinetti dell’acqua, materiali utilizzati nelle attività, ecc.
La pulizia di servizi igienici, lavandini del bagno (e servizi igienici), deve essere eseguita dopo ogni volta che sono stati utilizzati.
Per la pulizia è consigliato l’uso di un detergente neutro.
Disinfezione
Deve essere eseguiti con cura, almeno una volta al giorno.
Considerare l’uso di un disinfettante efficace contro virus, come le soluzioni a base di ipoclorito di sodio allo 0,1% di cloro attivo o altri prodotti virucidi autorizzati seguendo le istruzioni per l’uso fornite dal produttore.
Consigli pratici
Indossare i DPI (guanti e mascherina) durante le attività di pulizia;
L’igiene delle mani deve essere eseguita ogni volta che vengono rimossi DPI come guanti;
Il materiale di scarto prodotto durante la pulizia deve essere collocato nei rifiuti indifferenziati;
Effettuando la disinfezione di una superficie dopo la sua pulizia, è possibile ridurre ulteriormente il rischio di diffondere l’infezione.
Non mescolare tra loro le diverse sostanze che possono essere utilizzate per la pulizia e la disinfezione.
Preparazione di soluzione disinfettante di ipoclorito di sodio a circa 1000 ppm (0,1% cloro attivo)
Modalità di preparazione
1. Utilizzare uno spruzzatore da 1 litro;
2. Aggiungere 34 mL di ipoclorito di sodio al 3% di cloro attivo;
3. Aggiungere acqua e portare ad 1 litro.
Bibliografia:
• WHO Clinical management of COVID-19. Interim guidance 27 May 2020 – WHO reference number: WHO/2019-nCoV/clinical/2020.5
• WHO Advice on the use of masks in the context of COVID-19. Interim guidance 5 June 2020
• SITO WEB: Ministero della Salute – Nuovo Coronavirus (http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioFaqNuovoCoronavirus.jsp?id=228&lingua=italiano#1
Tutte le operazioni si devono svolgere evitando il formarsi di assembramenti negli ingressi delle aree interessate
In Accoglienza
– Identificare un punto all’esterno o comunque separato dall’area di svolgimento delle attività.
– Organizzare l’area di accoglienza con opportuni riferimenti per le distanze da rispettare.
– Programmare gli accessi in maniera scaglionata.
Triage in accoglienza
La procedura di triage deve prevedere le seguenti verifiche:
Protocollo di accoglienza
Sono previsti 3 protocolli di accoglienza:
1) per la prima accoglienza, da applicare al primo giorno del campo estivo o centro estivo o altre attività;
2) per l’accoglienza giornaliera, per i giorni successivi e che prevedono l’ingresso nell’area dedicata alle attività;
3) per le verifiche giornaliere, nel caso di pernotto e frequenza delle attività per più di 24 ore.
Protocollo per la prima accoglienza
1) i genitori devono autocertificare che il bambino o ragazzo:
a) non ha avuto una temperatura corporea superiore ai 37,5°C o alcuna sintomatologia respiratoria, anche nei 3 giorni precedenti;
b) non è stato in quarantena o isolamento domiciliare negli ultimi 14 giorni a seguito di stretto contatto con casi COVID-19 o sospetti tali;
c) non è entrato a stretto contatto con una persona positiva COVID-19 o con una persona con temperatura corporea superiore ai 37,5°C o con sintomatologia respiratoria, per quanto di propria conoscenza, negli ultimi 14 giorni.;
2) anche i Capi devono produrre un’autocertificazione per l’ingresso nell’area dedicata alle attività;
3) Il Capo addetto all’accoglienza deve misurare la temperatura del bambino e ragazzo , dopo aver igienizzato le mani, con rilevatore di temperatura corporea o termometro senza contatto. Il termometro o rilevatore deve essere pulito con una salvietta igienizzante o cotone imbevuto di alcool prima del primo utilizzo, in caso di contatto, alla fine dell’accoglienza e in caso di possibile contaminazione, ad esempio se il bambino inavvertitamente entra in contatto con lo strumento o si mette a tossire durante la misurazione.
Protocollo per l’accoglienza giornaliera, successiva al primo ingresso
1) i genitori devono autocertificare che il bambino o adolescente:
a) non ha avuto, nel periodo di assenza dalle attività, una temperatura corporea superiore ai 37,5°C o alcuna sintomatologia respiratoria;
b) non è entrato a stretto contatto (*), nel periodo di assenza dalle attività, con una persona positiva COVID-19 o con una persona con temperatura corporea superiore ai 37,5°C o con sintomatologia respiratoria, per quanto di propria conoscenza;
2) anche i Capi devono produrre un’autocertificazione per l’ingresso nell’area dedicata alle attività;
3) Il Capo addetto all’accoglienza deve misurare la temperatura del bambino e ragazzo , dopo aver igienizzato le mani, con rilevatore di temperatura corporea o termometro senza contatto. Il termometro o rilevatore deve essere pulito con una salvietta igienizzante o cotone imbevuto di alcool prima del primo utilizzo, in caso di contatto, alla fine dell’accoglienza e in caso di possibile contaminazione, ad esempio se il bambino inavvertitamente entra in contatto con lo strumento o si mette a tossire durante la misurazione.
(*) Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie definisce contatto stretto una persona che:
a) vive nella stessa casa di un caso di COVID;
b) ha avuto un contatto fisico diretto con un caso di COVID (per esempio la stretta di mano);
c) ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso di COVID (ad esempio toccare a mani nude fazzoletti di carta usati);
d) ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso di COVID a distanza minore di 2 metri e di durata maggiore a 15 minuti;
e) si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) con un caso di COVID per almeno 15 minuti, a distanza minore di 2 metri;
f) fornisce assistenza diretta ad un caso di COVID19, oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso di COVID senza l’impiego dei DPI raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei;
g) abbia viaggiato seduta in aereo nei due posti adiacenti, in qualsiasi direzione, di un caso di COVID, i compagni di viaggio o le persone addette all’assistenza e i membri dell’equipaggio addetti alla sezione dell’aereo dove il caso indice era seduto.
Il collegamento epidemiologico può essere avvenuto entro un periodo di 14 giorni prima o dopo la manifestazione della malattia nel caso in esame.
Protocollo per le verifiche giornaliere in caso di pernotto, successive al primo ingresso:
1) Il Capo addetto all’accoglienza deve misurare la temperatura del bambino e ragazzo, dopo aver igienizzato le mani, con rilevatore di temperatura corporea o termometro senza contatto. Il termometro o rilevatore deve essere pulito con una salvietta igienizzante o cotone imbevuto di alcool prima del primo utilizzo, in caso di contatto, alla fine dell’accoglienza e in caso di possibile contaminazione, ad esempio se il bambino inavvertitamente entra in contatto con lo strumento o si mette a tossire durante la misurazione. Occorre prevedere un registro di presenza di chiunque sia presente alle attività, per favorire le attività di tracciamento di un eventuale contagio da parte delle autorità competenti.
In fase di uscita dalle attività
Se possibile il punto di uscita dovrà essere differenziato dal punto di ingresso.
Programmare le uscite in maniera scaglionata.
Il bambino/ragazzo dovrà igienizzarsi le mani una volta uscito dalla struttura prima di essere riconsegnato all’accompagnatore.
Consigli pratici.
Ricordarsi di raccogliere e conservare le autocertificazioni dei genitori (per i ragazzi) e dei capi.
Curare l’igienizzazione delle mani del bambino o dell’adolescente prima che entri nella struttura, dopo l’utilizzo dei bagni e periodicamente nel corso delle attività.
Anche i Capi devono sottoporsi a tutte le operazioni di triage, compresa l’autocertificazione e, se malati, devono rimanere a casa ed allertare il loro medici di medicina generale (MMG) ed il soggetto gestore.
Se possibile il punto di uscita dovrà essere differenziata dal punto di ingresso.
Programmare le uscite in maniera scaglionata.
Il bambino/ragazzo dovrà igienizzarsi le mani una volta uscito dalla struttura prima di essere riconsegnato all’accompagnatore.
Lettura del DPCM 11 giugno 2000 – Allegato 8, numero 2
Il ruolo educativo dell’AGESCI si svolge sempre nel rispetto e nell’obbedienza alle norme vigenti in generale, e su quelle legate al contenimento della patologia CoViD-19 in particolare.
Sulla base di tali norme la responsabilità finale sullo svolgimento delle attività estive è della Comunità Capi di ogni singolo Gruppo la quale è tenuta a prendere in considerazione innanzitutto il Progetto Educativo di Gruppo, il Metodo Scout dell’AGESCI e le norme nazionali/regionali/locali ,per maturare poi una scelta di fattibilità e di opportunità. Ogni comunità capi dovrà riflettere sulle esigenze e sui bisogni di ognuno, sulla relazione educativa, sul rapporto capo/ragazzo alla luce degli eventi che hanno cambiato la nostra storia , per arrivare a una posizione da condividere con i ragazzi e con le famiglie.
Lo scopo finale non deve essere quello di “fare i campi a tutti i costi” o di “sospendere i campi a tutti i costi”, ma di comprendere qual è il miglior bene possibile qui e ora per i capi, per i ragazzi a loro affidati e per l’intera comunità umana, verso la quale avvertiamo una concreta responsabilità.
È bene che la decisione della comunità capi sia presa ponderando tutti i fattori, affinché ogni singolo staff abbia il tempo necessario per valutare il percorso da intraprendere. Nella scelta di programmare attività e/o eventi è opportuno bilanciare il desiderio di “ giocare il gioco “ e quello di valutare attentamente tutte le “regole del gioco “.
Il capo AGESCI, così come ogni altro individuo, ha il dovere di rendere conto delle violazioni commesse. Questo dovere si chiama “responsabilità”, la quale viene regolata dalle leggi civili e penali che il capo, come ogni altro, deve rispettare. La responsabilità penale è personale e vi si incorre se l’evento dannoso o pericoloso, da cui dipende l’esistenza del reato, è direttamente riconducibile alla propria azione od omissione.
Per essere chiamato a rispondere di un illecito penale, la cui sanzione è la detenzione o la pena pecuniaria, il soggetto deve aver agito con dolo o con colpa.
Il reato è doloso se l’evento dannoso o pericoloso è voluto e preveduto come conseguenza della propria azione od omissione.
Il reato è colposo quando l’evento non è voluto ma si verifica a causa di una negligenza, imprudenza o imperizia, ovvero per l’inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline. In base al codice penale, nessuno può essere punito per aver commesso un reato se, nel momento in cui lo ha commesso, non aveva la capacità di intendere e di volere. Il capo, come ogni altro individuo, risponde penalmente delle proprie azioni e omissioni ogni qualvolta tra il suo comportamento e l’evento previsto dalla legge come reato sia possibile ravvisare un nesso di causalità e se abbia agito con dolo (cioè con intenzione) o con colpa.
Il capo, inoltre, ha un dovere giuridico di vigilanza sui ragazzi minori di età che gli vengono affidati durante le varie attività scout.
Il capo, consapevole che nel corso di alcune attività scout si potrebbero verificare eventi penalmente sanzionabili e che la sua imperizia, imprudenza, negligenza o inosservanza a leggi o regolamenti comporta una sua responsabilità penale, dovrà, specie in quelle occasioni in cui si impone un dovere di vigilanza sui minori a lui affidati, prestare la massima attenzione e diligenza nella scelta delle attività, dei modi per realizzarle , al fine di evitare il verificarsi dell’evento.
In relazione alla situazione attuale quali reati sono astrattamente contestabili al capo scout che organizza e propone le attività scout di cui sopra?
– epidemia colposa, artt. 438-452 c.p. (pena della reclusione da 1 a 5 anni): sarebbe ravvisabile nel caso in cui più persone coinvolte nelle attività o che con esse sono venute in contatto contraggono il virus e danno luogo ad uno o più focolai con diffusione importante della malattia);
– lesioni colpose, art. 590 c.p. (pena della reclusione da 1 a 6 mesi o della multa da € 123 a € 619): sarebbe ravvisabile nel caso in cui la persona coinvolta nelle attività o che con essa è venuta in contatto contrae il virus e viene posto in isolamento domiciliare o ricoverato e guarisce dopo x giorni;
– omicidio colposo, art. 589 c.p. ( pena della reclusione da 6 mesi a 5 anni): sarebbe ravvisabile nel caso in cui la persona coinvolta nelle attività o che con essa è venuta in contatto contrae il virus e muore.
Quali presupposti di questa responsabilità è necessario:
a) che il capo abbia agito con colpa, ovvero non abbia rispettato e fatto rispettare le prescrizioni/indicazioni;
b) che l’evento (epidemia, lesioni, morte) sia conseguenza certa o altamente probabile dell’omissione, tale che l’azione del capo – se tenuta – avrebbe, con certezza o un elevato grado di probabilità, evitato l’evento;
c) che egli abbia l’obbligo giuridico di impedire l’evento, abbia cioè una posizione di garanzia nei confronti di coloro che si ammalano. Il capo va incontro a responsabilità penale solo se l’evento (epidemia, lesioni, morte) è conseguenza certa o altamente probabile dell’omissione, tale che l’azione del capo – se tenuta – avrebbe, con certezza o con elevato grado di probabilità, evitato l’evento.
A fianco della responsabilità penale, la legge italiana prevede la responsabilità civile. Costituisce illecito civile ogni fatto doloso o colposo che arrechi ad altri un danno ingiusto; la sanzione che accompagna tale violazione è, al contrario di quella penale, solo patrimoniale ed è costituita dal risarcimento del danno. La legge può ritenere responsabile di un danno ingiusto un soggetto diverso da quello che ha commesso il fatto lesivo, così come previsto dall’art. 2048 del codice civile. In questi casi la legge stabilisce una presunzione di colpa. Ciò vuol dire che non sarà il danneggiato a dover dimostrare la colpa di chi ritiene responsabile ma sarà quest’ultimo a dover provare di non aver avuto colpa nella causazione dell’evento e di non averlo potuto impedire.
Tra i soggetti che possono essere chiamati a rispondere dei danni commessi dal minore ci sono i precettori o educatori, tra i quali devono essere compresi i capi scout, i quali hanno il dovere di vigilare su quei minori che, durante le varie attività scout, vengono loro affidati dai genitori.
Questo dovere richiede di usare tutte le cautele atte a impedire che i ragazzi affidati rechino danni a sé o ad altri.
Si può dire, quindi, che i capi e i loro assistenti possono rispondere civilmente sia di quel danno che sia stato il risultato della propria azione od omissione, sia di quello che sia
stato causato da uno dei ragazzi affidati e che il capo avrebbe potuto evitare usando la diligenza adeguata ai suoi doveri di vigilanza.
La legge consente ai capi di evitare di rispondere dei danni commessi dai minori a loro affidati quando dimostrino di non aver potuto impedire il fatto. Per dimostrare ciò occorre poter provare che il fatto sia stato del tutto eccezionale e imprevedibile e, quindi, per definizione, non prevenibile. Occorre, inoltre, poter provare che il capo abbia posto in essere tutte le misure idonee a evitare il fatto.
È bene sottolineare che il dovere di vigilanza, la cui violazione comporta la responsabilità dei capi, è da intendersi in rapporto inversamente proporzionale al grado di maturazione dei ragazzi affidati, con la conseguenza che, con l’avvicinarsi di costoro all’età del pieno discernimento, l’espletamento di tale dovere non richiede la continua presenza degli educatori, purché, ovviamente , non manchino le ordinarie misure di controllo. Contrariamente a quanto avviene per la responsabilità penale, la quale, ove dovesse essere riconosciuta, comporta – seppure con tutti i benefici che di volta in volta la legge consente di poter usufruire – l’applicazione della sanzione in capo al responsabile, l’obbligo del risarcimento dei danni può non essere personalmente adempiuto qualora sussista un’adeguata assicurazione contro i danni.
Si segnala, peraltro, come l’Associazione abbia provveduto a contrarre una polizza multirischi, a copertura degli infortuni eventualmente occorsi agli associati durante le attività svolte nell’ambito associativo.
La copertura viene, chiaramente, concessa quando l’infortunio risulti, secondo i termini di polizza, rientrante nell’ambito di operatività del contratto di assicurazione.
Dal 13 giugno 2020 è operativa un’assicurazione integrativa, per tutti gli associati, che comprende la nuova copertura ricovero per malattia/infortunio estesa anche al Covid-19:
– Soci adulti
Diaria da malattia
Opera in caso di ricovero in ospedale o istituto di cura pubblico o privato con almeno un giorno di pernottamento, reso necessario da malattia contratta in attività. Viene riconosciuta al socio l’indennità giornaliera di € 40 per ogni giorno di ricovero completo, con il limite massimo di 45 giorni per anno assicurativo.
Diaria per COVID-19
Tutela i soci che, durante lo svolgimento delle attività, dovessero contrarre il COVID-19 subendo un ricovero in ospedale / istituto di cura pubblico o privato, con almeno un giorno di pernottamento. Viene riconosciuta al socio l’indennità giornaliera di € 20 per ogni giorno di ricovero completo, con il limite massimo di 20 giorni per anno assicurativo.
Soci giovani
Diaria da malattia
Opera in caso di ricovero per infortunio o malattia (escluso il Covid-19), offrendo la somma giornaliera di € 15 al giorno per un massimo di 30 giorni.
Indennità forfettaria per COVID-19
Opera in caso di ricovero a condizione che il socio abbia svolto almeno 1 giorno di attività organizzata da AGESCI nei 14 giorni antecedenti l’accertamento del contagio da COVID19.
Offre un’indennità forfettaria di € 150 a seguito di ricovero e in caso di ricovero in terapia intensiva un‘indennità forfettaria pari a € 500 per la convalescenza successiva al ricovero.
Le nuove disposizioni del Governo ed il rilascio delle “Linee guida per la gestione in sicurezza di opportunità organizzate di socialità e gioco per bambini ed adolescenti nella fase 2 dell’emergenza COVID-19” ci consentiranno nuovamente di svolgere riunioni ed attività all’aria aperta e al chiuso con i ragazzi, nel rispetto delle condizioni previste dalle normative nazionali, regionali e comunali e con le linee guida elaborate. I dati normativi dai quali partire e fare le opportune valutazioni e considerazioni sono rappresentati dall’ultimo DPCM del 11 giugno 2020, corredato dagli allegati ( in particolare l’allegato 8 n. 2 ) e dalla Ordinanza Regione Sardegna n.29 del 14 giugno 2020. Dalla lettura di entrambe si può dedurre e trovare conferma che a partire dal 15 giugno 2020 sarà possibile svolgere attività ricreative per bambini e adolescenti.
In particolare l’allegato 8 al punto n. 2 – Attività ludico-ricreative – centri estivi – individua la possibilità dello svolgimento di attività ponendo una serie di criteri da rispettare.
Ogni iniziativa dovrà tenere conto del “giusto bilanciamento tra il diritto alla socialità, al gioco ed in generale all’educazione dei bambini e degli adolescenti e, d’altra parte, la necessità di garantire condizioni di tutela della loro salute, nonché di quella delle famiglie e del personale educativo ed ausiliario impegnato nello svolgimento delle diverse iniziative”.
Per lo svolgimento di tali attività si pone come condizione necessaria la predisposizione di un progetto specifico per lo svolgimento delle attività proposte. In generale, il progetto delle attività offerte deve prediligere il riferimento ad attività ludiche che consentano di utilizzare il tempo della giornata in modo disteso e piacevole. I progetti potranno essere realizzati dagli enti interessati, dai soggetti gestori da questi individuati, nonché da organizzazioni ed enti del Terzo Settore.
Ogni gruppo dovrà elaborare il progetto delle attività proposte specifico per branca e dovrà essere elaborato ricomprendendo la relativa assunzione di responsabilità, condivisa con le famiglie, nei confronti dei bambini e ragazzi accolti, anche considerando il particolare momento di emergenza sanitaria in corso.
Gli aspetti necessari che lì allegato richiede sono i seguenti:
1 – Accessibilità degli spazi
Per ogni tipo di attività e quindi accesso dei bambini /ragazzi devono essere preventivamente valutate le condizioni di salute con l’aiuto del medico pediatra.
2 – Standard per il rapporto fra bambini ed adolescenti accolti e spazio disponibile
Nello svolgimento dell’attività è necessario garantite il prescritto il distanziamento fisico ; per cui è fondamentale l’organizzazione in piccoli gruppi e l’organizzazione di una pluralità di diversi spazi- aperti all’esterno- per lo svolgimento delle attività programmate. In caso di attività in spazi chiusi, è raccomandata l’aerazione abbondante dei locali, con il ricambio di aria che deve essere frequente: tenere le finestre aperte per la maggior parte del tempo.
3 – Standard per il rapporto numerico fra personale e bambini ed adolescenti, e strategie generali per il distanziamento fisico
I criteri numerici individuati tengono in considerazione sia il grado di autonomia dei bambini e degli adolescenti nelle attività comuni come il pasto o l’uso dei servizi igienici, sia la loro capacità di aderire alle misure preventive da attuarsi per ridurre il rischio di COVID-19.
Nello specifico il rapporto varia per ogni branca di riferimento:
– Branca L/C , un rapporto di un adulto ogni 7 bambini;
– Branca E/G un rapporto di un adulto ogni 10 adolescenti.
– Branca R/S ( Noviziato) un rapporto di un adulto ogni 10 adolescenti.
Per i rover e scolte maggiorenni non viene detto nulla.
Tale rapporto numerico deve essere garantito e rispettato per l’intera durata delle attività, tenendo conto delle prescrizioni sul distanziamento fisico.
4 – Principi generali d’igiene e pulizia
Nello svolgimento dell’attività devono essere adottate tutte le misure di prevenzione stabilite:
1) lavarsi frequentemente le mani in modo non frettoloso;
2) non tossire o starnutire senza protezione;
3) mantenere il distanziamento fisico di almeno un metro dalle altre persone;
4) non toccarsi il viso con le mani;
5) pulire frequentemente le superfici con le quali si viene a contatto;
6) arieggiare frequentemente i locali.
Nello svolgimento delle attività devono essere impiegate tutte le possibili strategie per informare ed incoraggiare rispetto a comportamenti che riducano il rischio di diffusione del contagio dal virus SARS- CoV-2
Prevedere una segnaletica e messaggi educativi per la prevenzione del contagio:
1) affiggere una segnaletica nei luoghi con una visibilità significativa che promuova misure protettive giornaliere e descriva come ostacolare la diffusione dei germi, ad esempio attraverso il corretto lavaggio delle mani ed il corretto utilizzo di mascherine;
2) includere messaggi sui comportamenti corretti da tenere al fine di prevenire la diffusione del contagio, quando vengono inviate comunicazioni al personale o alle famiglie;
3) utilizzare i manifesti e le grafiche realizzate dal Ministero della salute disponibili sul sito istituzionale.
Sensibilizzare al corretto utilizzo delle mascherine
1) L’utilizzo di mascherine può essere difficoltoso quando si organizzano attività bambini e ragazzi specialmente se devono essere indossate durante tutta la giornata. Tutti i capi e i ragazzi devono essere in possesso delle mascherine . Le mascherine sono essenziali quando il distanziamento fisico è più difficile da rispettare;
2) le mascherine devono essere utilizzate in base alle indicazioni del Ministero della salute e delle autorità competenti;
3) l’utilizzo delle mascherine ha lo scopo di proteggere le altre persone, nel caso in cui chi le indossa sia inconsapevolmente infetto, ma non mostri sintomi. Per prevenire la diffusione del contagio, è fondamentale che ne facciano uso tutti coloro che sono nelle condizioni di indossarle.
Garantire la sicurezza del pernottamento
Se è previsto un pernottamento, occorre prevedere procedure specifiche, che rispettino queste indicazioni:
1) occorre prevenire la condivisione di spazi comuni per i pernottamenti, soprattutto quando non risulti possibile garantire il corretto distanziamento fisico e la corretta osservanza delle misure igienico sanitarie per la prevenzione del contagio; i partecipanti devono rispettare il distanziamento fisico e, quando non sia possibile rispettarlo, devono indossare mascherine chirurgiche;
2) periodicamente deve essere misurata la temperatura corporea.
3) devono essere seguite tutte le procedure relative al Protocollo di accoglienza;
4) mantenere sempre distinta la biancheria di ogni persona, l’una dall’altra;
5) la biancheria deve essere pulita almeno una volta alla settimana, o comunque prima dell’utilizzo da parte di un’altra persona;
6) è consigliato prevedere un dispenser di gel idroalcolico per le mani all’ingresso di ogni camera o tenda, se possibile, altrimenti in aree predisposte e di facile accesso.
Garantire la sicurezza dei pasti
Se sono previsti pasti, occorre prevedere procedure specifiche, che rispettino queste indicazioni:
1) la cambusa deve lavarsi le mani prima di preparare il pasto e dopo aver aiutato eventualmente i bambini;
2) è preferibile usare posate, bicchieri e stoviglie personali o monouso e biodegradabili. Altrimenti,la cambusa deve provvedere che le stoviglie siano pulite con sapone ed acqua calda, o tramite una lavastoviglie. Altro criterio importante da rispettare è quello di prevedere sufficienti scorte di mascherine chirurgiche, sapone, gel idroalcolico per le mani, salviette disinfettanti e cestini per i rifiuti provvisti di pedale per l’apertura o comunque che non prevedano contatto con le mani. Tutto il materiale utilizzato per lo svolgimento dell’attività deve essere sottoposto ad operazioni di pulizia approfondita, con frequenza almeno giornaliera, con un detergente neutro.
Pulire e sanificare i servizi igienici
I servizi igienici richiedono di essere oggetto di pulizia dopo ogni volta che sono stati utilizzati, e di “disinfezione” almeno giornaliera con soluzioni a base di ipoclorito di sodio allo 0,1% di cloro attivo o altri prodotti virucidi autorizzati seguendo le istruzioni per l’uso fornite dal produttore.
5 – Formazione degli operatori
Ogni singolo capo deve essere formato sui temi della prevenzione di COVID-19, nonché sugli aspetti di utilizzo dei dispositivi di protezione individuale e delle misure di igiene e sanificazione
6 – Programmazione delle attività e di stabilità nel tempo della relazione fra operatori ed i gruppi di bambini ed adolescenti
Ogni branca dovrà prevedere delle attività che prevedano la presenza di “ piccoli gruppi “ , garantendo la condizione della loro stabilità per tutto il tempo di svolgimento delle attività così con il rapporto numerico indicato. In ogni caso la realizzazione delle diverse attività programmate deve realizzarsi non solo con il rispetto delle condizioni già indicate ma soprattutto la non previsione di attività che comprendano assembramenti di più persone, come le feste periodiche con le famiglie, privilegiando forme audiovisuali di documentazione ai fini della comunicazione ai genitori
7 – Per attività giornaliere
Qualora ogni branca decida di svolgere attività giornaliera è importante gestire le modalità di arrivo e rientro a casa dei bambini/ragazzi e evitando assembramento in queste fasi . Per questo è opportuno scaglionarne la programmazione nell’arco di un tempo complessivo congruo.
All’ingresso nell’area per ogni bambino ed adolescente va predisposto il lavaggio delle mani con acqua e sapone o con del gel igienizzante.
8 – Protocolli di accoglienza
Sono previsti tre protocolli di accoglienza:
1) per la prima accoglienza, da applicare al primo giorno del campo estivo o centro estivo o altre attività;
2) per l’accoglienza giornaliera, per i giorni successivi e che prevedono l’ingresso nell’area dedicata alle attività;
3) per le verifiche giornaliere, nel caso di pernotto e frequenza delle attività per più di 24 ore.
9 – Progetto organizzativo del servizio offerto
Così come già detto ogni Comunità Capi deve garantire l’elaborazione di uno specifico progetto organizzativi del servizio offerto con una descrizione generale delle attività da comunicare alla ASL e al Comune.
10 – Attenzioni speciali per l’accoglienza di bambini ed adolescenti con disabilità
Particolare attenzione e cura devono essere rivolte alla definizione di modalità di attività e misure di sicurezza specifiche per coinvolgere nelle attività bambini / ragazzi con disabilità . Il rapporto numerico, deve essere potenziato integrando la dotazione di capi, portando il rapporto a 1 Capo per 1 bambino / ragazzo.
Valutiamo la questione spazi nelle nostre sedi.
L’allegato n°8 fa notare in diversi punti che le vari disposizioni sono più “facilmente gestibili negli spazi aperti” e dunque, piuttosto che stare al chiuso delle nostre sedi valutiamo la possibilità di svolgere le attività all’aperto.
Se non riuscissimo a gestire la distanza fisica nelle sedi e questo andrebbe a limitare troppo le nostre attività, optiamo per spazi aperti.
Ricordiamo sempre che va tenuta la distanza fisica di almeno 1 metro per tutta la durata delle attività e di almeno 2 metri nel caso si svolgessero attività fisiche (come ad esempio dei giochi) e che “particolare attenzione deve essere rivolta all’utilizzo corretto delle mascherine”.
L’obbligo delle mascherine vige per i bambini dai 6 anni in su.
Nel caso si riuscissero a mantenere distanze superiori di quelle previste dalla normativa (almeno 1 metro e almeno 2 metri nel caso di attività fisiche) e le attività si dovessero svolgere all’aperto, non è d’obbligo l’uso della mascherina.
Non dimentichiamo che bambini e adolescenti da 0 a 17 anni devono essere sempre accompagnati da un adulto.
Nel caso la nostra sede fosse sufficientemente grande o ci venissero messi a disposizione altri locali da poter garantire le distanze fisiche prescritte, dobbiamo organizzarci per l’accoglienza e il cosiddetto “triage”. Quest’ultimo va comunque predisposto anche per uscite all’aperto.
La mia Co.Ca decide di far vivere le Vacanze di Branco/Cerchio ai nostri bambini e bambine
È consigliato prima di tutto contattare il gestore della colonia o dello spazio dove andremo a vivere questo periodo. Anche in questo caso vige sempre la regola della distanza fisica di 1 metro. In caso di attività fisiche (per esempio un gioco), la distanza fisica deve essere di almeno di 2 metri.
Qui di seguito un piccolo elenco degli spazi che dovremo controllare e che ci assicurino le distanze prescritte:
Sarebbe utile, sempre a discrezione della Co.Ca, che il gestore dello spazio ci possa rilasciare una sorta di nulla osta che ci confermi che vengano o possano essere rispettate negli spazi sopracitati, le distanze richieste dalla normativa.
Inoltre, non dobbiamo dimenticarci:
La mia Co.Ca decide di far vivere il Campo Estivo ai nostri Esploratori e Guide
Anche in questo caso valgono alcune situazioni che abbiamo già visto nel caso precedente, relativo alle eventuali vacanze di branco (distanze fisiche di almeno 1 o 2 metri in base all’attività, uso delle mascherine, ecc.).
Cosa sarebbe corretto prendere in considerazione:
In altri tutti gli altri casi, lo staff deve prevedere che le stoviglie siano pulite con sapone ed acqua calda, o tramite una lavastoviglie;
La mia Co.Ca decide di far vivere la route ai nostri Rover e Scolte
Ricordiamo che anche per i maggiorenni valgono le regole relative alla distanza fisica di almeno 1 metro e la distanza di sicurezza. Ricordiamoci che i novizi risultano minorenni e che quindi vanno prese in considerazione tutte le disposizioni relative a bambini e adolescenti, come riportato nell’allegato n°8.
Quali potrebbero essere alcuni accorgimenti utili da prendere in considerazione:
Vorremo organizzare una semplice uscita giornaliera. Cosa dovremo fare?
In questo caso vale tutto ciò che abbiamo scritto per quanto riguarda l’eventualità di campi o uscite con pernotto.
Naturalmente va rivisto tutto in base alle durata dell’uscita, alle attività che verranno proposte e agli spazi che andremo a utilizzare. È chiaro che non andranno prese in considerazione tutte le attenzioni relative al pernotto.
Altri consigli utili per predisporre le attività:
Glossario:
Detersione: consiste nella rimozione e nell’allontanamento dello sporco e dei microrganismi in esso presenti, con conseguente riduzione della carica microbica. La detersione e un intervento obbligatorio prima di disinfezione e sterilizzazione, perché lo sporco è ricco di microrganismi che vi si moltiplicano attivamente ed è in grado di ridurre l’attività dei disinfettanti.
Disinfezione: è un trattamento per abbattere la carica microbica di ambienti, superfici e materiali e va effettuata utilizzando prodotti disinfettanti (biocidi o presidi medico chirurgici) autorizzati dal Ministero della Salute. Questi prodotti devono obbligatoriamente riportare in etichetta il numero di registrazione/autorizzazione.
Igienizzazione dell’ambiente: è l’equivalente di detersione ed ha lo scopo di rendere igienico, ovvero pulire l’ambiente eliminando le sostanze nocive presenti. I prodotti senza l’indicazione dell’autorizzazione del ministero della Salute che riportano in etichetta diciture sull’attività ad es. contro germi e batteri, non sono prodotti con attività disinfettante dimostrata ma sono semplici detergenti per l’ambiente (igienizzanti).
Pulizia: per la pulizia si utilizzano prodotti detergenti/igienizzanti per ambiente – i due termini sono equivalenti – che rimuovono lo sporco mediante azione meccanica o fisica.
Sanificazione: è un “complesso di procedimenti e operazioni” di pulizia e/o disinfezione e comprende il mantenimento della buona qualità dell’aria.
Sterilizzazione: processo fisico o chimico che porta alla distruzione mirata di ogni forma microbica vivente, sia in forma vegetativa che in forma di spore.
[Ultimo aggiornamento giovedì 25 giugno]